Repetita iuvant? Un approccio multidisciplinare alla ripetizione Secondo convegno internazionale per giovani ricercatori e ricercatrici

La ricerca scientifica è specialistica per definizione: imparare a fare ricerca, come sanno i giovani ricercatori, richiede un paziente addestramento della capacità di muoversi all’interno di una determinata porzione dello scibile. Ma l’apertura e lo scambio sono estremamente importanti: dal contatto tra le discipline nascono nuove idee, e solo il contatto può contrastare la tendenza alla frammentazione del sapere. 
È in questo spirito che nasce “Repetita iuvant? Un approccio multidisciplinare alla ripetizione” (https://repetita2021.mozello.com/), che fa seguito a un precedente convegno multidisciplinare organizzato nel 2018 sempre all’Università per Stranieri di Siena, “Parola. Una nozione unica per una ricerca multidisciplinare” (https://www.unistrasi.it/1/649/4452/Parola._Una_nozione_unica_per_una_ricerca_multidisciplinare,_21-23_novembre_2018.htm).



TEMARIO

La ripetizione è uno schema di funzionamento del mondo naturale e sociale, e svolge un ruolo fondamentale in tutti i processi di comunicazione. Per esempio, dal punto di vista cognitivo, la ripetizione di uno stimolo porta al consolidamento dei legami sinaptici e della memoria; a livello testuale, la ripetizione produce coesione e unità di senso (si pensi non solo a testi verbali, ma anche ad altri “testi”, per esempio un’opera musicale); o ancora, dal punto di vista culturale, ripetere abitudini o rituali è un ingrediente fondamentale dell’identità individuale e collettiva.
Il meccanismo della ripetizione risulta dunque cruciale e trasversale alle varie discipline, in cui non appare concettualizzato allo stesso modo né con la stessa importanza: ciò si ricava facilmente osservando la varietà terminologica con cui si fa riferimento ai fenomeni riconducibili all’idea/al concetto di ripetizione. Esistono infatti molti termini considerabili come tipi specifici di ripetizione (tra cui allitterazione, anafora, citazione, iterazione, modularità, reduplicazione, remake, replica, ricorsività, riformulazione, riproducibilità, rima, ritornello, riuso), e termini che implicano la nozione di ripetizione (come ad esempio classicismo, elenco, formularità, frequenza, genere letterario, imitazione, memoria, modello, occorrenza, paradigma, pattern, tradizione, variazione e si potrebbe continuare). 
Da un punto di vista formale, la ripetizione è definibile come la riproposizione nel tempo o nello spazio della medesima forma (intendendo per forma non solo una parola, un modulo architettonico o un tema musicale, ma anche un tema dell'immaginario, un determinato comportamento, un’ideologia e via dicendo); da un punto di vista funzionale, i vari tipi di ripetizione sembrano assumere valori spesso molto diversi, e dipendono da una varietà di fattori, tra i quali codice impiegato, segmento comunicativo considerato, intenzione dell’emittente, tradizione culturale, contesto storico. 
Proprio in relazione alla molteplicità di usi e funzioni appena evocata, l’idea di questo convegno è raccogliere riflessioni sulla ripetizione nell’ambito di alcuni percorsi tematici, proposti a seguire. Data la varietà dei possibili oggetti di ricerca, ogni contributo avrà cura di definire con precisione qual è la forma ripetuta che analizza, prendendo inoltre in considerazione il problema della funzione (o funzioni) che la ripetizione indagata svolge nel processo, nel testo o nelle pratiche culturali esaminate.
Ripetizione e variazione
Ripetizione e variazione sono concetti opposti? O piuttosto l’uno implica l’altro? In quali tipi di processi naturali, sociali e comunicativi tale coppia concettuale acquista potere esplicativo? I linguaggi finalizzati alla ricerca di espressività si differenziano, in tal senso, dai linguaggi non artistici? Se sì, in che modo? È possibile classificare la variazione sulla base del grado con cui l’elemento variante si discosta dal modello di riferimento?
Ripetizione e contesto
In che modo il contesto (in senso di volta in volta da definire: storico, fisico e geografico, sociale e culturale, comunicativo, di apprendimento, linguistico ecc.) è coinvolto nei processi di ripetizione? Può lo studio delle ripetizioni offrire strumenti nuovi per indagare la nozione di contesto, e per capire meglio come funziona il contesto di una comunicazione? La ripetizione di un elemento in un nuovo contesto (ricontestualizzazione) produce automaticamente un cambiamento di significato (risemantizzazione)? Secondo quali procedimenti? In che modo ripetizione e ricontestualizzazione sono sfruttate nelle nuove forme di comunicazione?
Ripetizione e tradizioni
Che ruolo svolge la ripetizione nel formarsi di una tradizione? E nel consolidarsi di una identità culturale, sociale, antropologica? Può il rapporto ripetizione/tradizione essere utile a sviluppare nuovi percorsi di ricerca all’interno delle singole discipline (per la linguistica, si pensi per esempio alle tradizioni discorsive)? In altre parole, quali tradizioni (di volta in volta da definire: linguistiche, iconografiche, musicali, culturali e così via) possono essere comprese più approfonditamente a partire dalla nozione di ripetizione? È possibile sfruttare tale nozione per capire come cambia il ruolo delle tradizioni nella società contemporanea?
Ripetizione e frequenza
La frequenza con cui uno stimolo si ripete ha importanti ricadute cognitive, come si è ricordato in apertura. È possibile coniugare questo presupposto generale, che riguarda il funzionamento delle nostre strutture mentali, con i linguaggi specifici attraverso cui ci esprimiamo? In quali fenomeni relativi a testi (sempre in senso lato) con finalità espressive / testi d’uso la frequenza assume un ruolo di rilievo? Quali sono gli effetti della frequenza nei testi indirizzati alla persuasione?
Tipi e tassonomie della ripetizione
È possibile proporre nuove tipizzazioni e tassonomie dei fenomeni di ripetizione, che interessino uno specifico linguaggio o che abbraccino trasversalmente più ambiti? Esistono, inoltre, nei fenomeni naturali, sociali o comunicativi, casi di ripetizione finora poco studiati? O testi, correnti espressive, epoche storiche in cui la ripetizione di determinate forme assume valori particolari e poco noti? Si può ipotizzare una riflessione sul rapporto tra nozioni quali ripetizione, serialità, iterazione ecc.?  

RELATORI INVITATI

Elisa De Roberto
La ripetizione dal discorso alla grammatica: l'apporto della prospettiva formulare
Elisa De Roberto insegna linguistica italiana e didattica dell’italiano L2 presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre. Fra i suoi interessi di ricerca rientrano la sintassi dell’italiano in prospettiva diacronica e sincronica, il lombardo antico, il discorso agiografico e il linguaggio formulare. In quest’ultimo ambito ha elaborato la piattaforma ForMA (Formulaic Middle Age), attualmente in fase di realizzazione.

Giulia Giovani
L’arte e l’ossessione della ripetizione nella creazione e nel consolidamento del canone musicale
Giulia Giovani è ricercatrice in Musicologia e Storia della Musica presso l’Università di Siena. Ha condotto progetti di ricerca alla Hochschule der Künste di Berna, all’Istituto Italiano Antonio Vivaldi, al Deutsches Historisches Institut di Roma. I suoi principali interessi riguardano la storia dell’editoria musicale e del collezionismo, la bibliografia musicale, la musica vocale italiana tra Sei e Settecento.

Tomaso Montanari
La servitù dell’imitazione e la nobiltà dell’idea: Bernini contro la ripetizione
Tomaso Montanari (Firenze 1971), normalista, è professore ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università per Stranieri di Siena. È presidente del Comitato scientifico per le Belle Arti del Mibac, e della Fondazione Museo Ginori. È presidente onorario dell’Istituto per gli studi Filosofici di Napoli. Scrive sul «Fatto Quotidiano», sul «Venerdì di Repubblica», su «Altreconomia», su «MicroMega».

Roberto Navigli
Ripetizioni e variazioni nella comprensione automatica e multilingue del linguaggio naturale
Roberto Navigli è professore ordinario di Informatica presso l'Università La Sapienza di Roma, dove dirige il Gruppo Sapienza NLP. Ha ricevuto due sovvenzioni ERC: 1) “Computer science on multilingual word sense disambiguation” (2011-2016); 2) “Multilingual language-independent open-text unified representations” (2017-2022). Nel 2015 ha ricevuto il premio META per il superamento delle barriere linguistiche con BabelNet, un progetto menzionato anche nel quotidiano britannico The Guardian e nel settimanale americano Time; è vincitore, inoltre, del prestigioso Prominent Paper Award 2017 dell’Artificial Intelligence Journal. È co-fondatore di Babelscape.

Massimo Palermo
Le ripetizioni: aspetti retorici e testuali
Massimo Palermo è professore ordinario di Linguistica italiana all’Università per Stranieri di Siena. Le sue ricerche riguardano la storia, le varietà, la diffusione all’estero dell’italiano. Negli ultimi anni si è dedicato prevalentemente alla linguistica testuale, sia in prospettiva diacronica sia con riferimento alle nuove caratteristiche del testo digitale. Tra le sue pubblicazioni Linguistica testuale dell’italiano (Bologna, Il Mulino, 2013), Italiano scritto 2.0 (Roma, Carocci, 2017), Linguistica italiana (Bologna, Il Mulino, 2020).

COMITATI

Comitato scientifico
Carla Bagna, Monica Barni, Martin Becker, Marina Benedetti, Antonella Benucci, Pietro Cataldi, Paola Dardano, Pierangela Diadori, Giovanna Frosini, Beatrice Garzelli, Sabrina Machetti, Giuseppe Marrani, Tomaso Montanari, Mauro Moretti, Massimo Palermo, Silvia Pieroni, Laura Ricci, Maurizio Sangalli, Lucinda Spera, Massimo Vedovelli, Andrea Villarini

Comitato organizzatore
Ibraam G.M. Abdelsayed, Martina Bellinzona, Valentina Bianchi, Rosalia Guidoni, Marianna Marrucci, Davide Mastrantonio, Claudia Palmieri, Orlando Paris, Alessandro Puglisi, Paola Savona, Cecilia Valenti, Assunta Vitale

Locandina

Programma