Del nostro meglio (storie di cura, dilemma e pregiudizio)

Venerdì 19 dicembre alle 19, presso il Teatro dei Rozzi di Siena, si terrà lo spettacolo dal titolo "Del nostro meglio (storie di cura, dilemma e pregiudizio)", esito del laboratorio creativo di teatro e scrittura condivisa tenuto da Annalisa Bianco (Egumteatro) insieme alle studentesse e gli studenti di Mediazione linguistica e culturale e di Medicina, oltre che il personale dell'ateneo e dell'AOUS senese e molti altri partecipanti.

Nelle parole della regista: "Questo progetto è stato, fin dall’inizio, un luogo accogliente all’interno del quale chi decide di restare sa che la pulsione individuale che lo ha spinto fin lì si trasformerà in allenamento pratico alla discussione, alla condivisione, al lavoro collettivo, all’accettazione concreta dell’altro. Ed è così che, per il secondo anno consecutivo, il nostro progetto ha attratto l’interesse di chi ci aspettavamo ma anche di quelli che non sapevamo con certezza di poter interessare e forse anche di quelli che non ci aspettavamo proprio. In questo modo si è nuovamente costituito il nostro eterogeneo e bellissimo gruppo di lavoro, bellissimo proprio perché così eterogeneo. 
Sono arrivati sì gli studenti, soprattutto quelli di Mediazione culturale e di Medicina, ma poi anche i medici, gli infermieri, i dipendenti amministrativi dell’AOUS, e poi tutti gli altri: educatori dei centri di accoglienza, studenti liceali, insegnanti… e le loro età erano comprese tra i 15 e i 60 anni. E così l’eterogeneità è subito diventata la principale risorsa.
Arthur Frank, professore emerito di Sociologia all’Università di Calgary, che si è occupato particolarmente di malattia ed etica delle cure, parla di potere trasformativo delle storie e indica che la domanda da porsi è: che tipo di persona si diventa prestando ascolto ad una storia? E non: che cosa hai appreso da questa storia?
E se nel primo anno del nostro progetto abbiamo provato a dare risposta a queste domande e corpo a queste idee, lavorando sulle testimonianze degli operatori di Medici senza Frontiere, storie estreme, di sofferenza e di ingiustizia, quest’anno coloro che hanno partecipato al laboratorio hanno scritto: hanno scritto le loro storie personali e professionali, intrecciate con le storie di molte altre persone incontrate sulle loro strade.
Anche quest’anno non vedrete in scena né veri attori, né veri personaggi, vedrete invece un bellissimo e variegato coro, un insieme omogeneo e pienamente consapevole di una scelta etica che informa completamente lo spettacolo. Niente esibizione di sé, nessuna ostentazione di competenze professionali, solo aderenza alla testimonianza. Il teatro come vero e proprio centro dove possono dirigersi tutti e questo perché il nostro coro è un potente dispositivo di diffusione delle emozioni e della consapevolezza etico-politica che informa le nostre testimonianze."

"A ciascuno di noi manca qualcosa e le nostre necessità più profonde possono essere appagate solo all’interno di un rapporto, solo l’altro è in grado di colmare le nostre mancanze (…) Torniamo ad una sorta di interezza prestando orecchio alle storie degli altri come se fossero le nostre, perché lo sono, e rendendoci conto che gli altri fanno lo stesso con noi. È così che si supera l’illusione di essere perduti.
Lo spettacolo è esito del laboratorio di approccio narrativo in medicina e nella mediazione culturale di ambito sanitario, condotto da Annalisa Bianco, che si è svolto a partire dal 21 febbraio 2024 presso l’Università per Stranieri di Siena. Il progetto di Teatro Universitario è stato pensato alla luce di un contesto, storico e sociale, che pone richieste molto precise di novità negli approcci, ed è stato declinato all’interno dell’Università per Stranieri di Siena, luogo ideale per le sue peculiarità: la presenza di stranieri, lo studio delle lingue e delle culture e la costruzione di una cultura del dialogo e del confronto partendo dalla reciproca conoscenza."
Arthur Frank

Questo spettacolo è la tappa finale delle "Storie degli altri", un laboratorio di teatro e scrittura sui temi della medicina narrativa e della mediazione interculturale in ambito sanitario condotto da Annalisa Bianco (Egumteatro). Nato due anni fa da un progetto condiviso, finanziato e ospitato dall’Università per Stranieri di Siena, ed esteso quest’anno all’Azienda ospedaliero-universitaria senese, in collaborazione con Medici Senza Frontiere Italia, il laboratorio ha coinvolto complessivamente - tra il 2024 e il 2025 - 17 studentesse/studenti, 12 componenti del personale infermieristico, 8 medici, 1 fisioterapista, 1 tecnico di laboratorio di analisi, 3 amministrativi AOUS, e altri dieci partecipanti che hanno aderito al progetto.
Questo lungo percorso è il frutto di una collaborazione interdisciplinare di Egumteatro con due progetti Unistrasi fondati sulla medicina narrativa e sulla mediazione interculturale (PNRR/The spoke 3/3-4 e spoke 10/5) e con l'AOUS senese. All’interno dell’Università per Stranieri di Siena, luogo elettivo di incontro tra le differenze e i loro valori, è nato quindi questo racconto polifonico della cura e del suo potere.

Locandina
Venerdì 19 dicembre alle 19, presso il Teatro dei Rozzi di Siena, si terrà lo spettacolo dal titolo "Del nostro meglio (storie di cura, dilemma e pregiudizio)", esito del laboratorio creativo di teatro e scrittura condivisa tenuto da Annalisa Bianco (Egumteatro) insieme alle studentesse e gli studenti di Mediazione linguistica e culturale e di Medicina, oltre che il personale dell'ateneo e dell'AOUS senese e molti altri partecipanti.

Nelle parole della regista: "Questo progetto è stato, fin dall’inizio, un luogo accogliente all’interno del quale chi decide di restare sa che la pulsione individuale che lo ha spinto fin lì si trasformerà in allenamento pratico alla discussione, alla condivisione, al lavoro collettivo, all’accettazione concreta dell’altro. Ed è così che, per il secondo anno consecutivo, il nostro progetto ha attratto l’interesse di chi ci aspettavamo ma anche di quelli che non sapevamo con certezza di poter interessare e forse anche di quelli che non ci aspettavamo proprio. In questo modo si è nuovamente costituito il nostro eterogeneo e bellissimo gruppo di lavoro, bellissimo proprio perché così eterogeneo. 
Sono arrivati sì gli studenti, soprattutto quelli di Mediazione culturale e di Medicina, ma poi anche i medici, gli infermieri, i dipendenti amministrativi dell’AOUS, e poi tutti gli altri: educatori dei centri di accoglienza, studenti liceali, insegnanti… e le loro età erano comprese tra i 15 e i 60 anni. E così l’eterogeneità è subito diventata la principale risorsa.
Arthur Frank, professore emerito di Sociologia all’Università di Calgary, che si è occupato particolarmente di malattia ed etica delle cure, parla di potere trasformativo delle storie e indica che la domanda da porsi è: che tipo di persona si diventa prestando ascolto ad una storia? E non: che cosa hai appreso da questa storia?
E se nel primo anno del nostro progetto abbiamo provato a dare risposta a queste domande e corpo a queste idee, lavorando sulle testimonianze degli operatori di Medici senza Frontiere, storie estreme, di sofferenza e di ingiustizia, quest’anno coloro che hanno partecipato al laboratorio hanno scritto: hanno scritto le loro storie personali e professionali, intrecciate con le storie di molte altre persone incontrate sulle loro strade.
Anche quest’anno non vedrete in scena né veri attori, né veri personaggi, vedrete invece un bellissimo e variegato coro, un insieme omogeneo e pienamente consapevole di una scelta etica che informa completamente lo spettacolo. Niente esibizione di sé, nessuna ostentazione di competenze professionali, solo aderenza alla testimonianza. Il teatro come vero e proprio centro dove possono dirigersi tutti e questo perché il nostro coro è un potente dispositivo di diffusione delle emozioni e della consapevolezza etico-politica che informa le nostre testimonianze."

"A ciascuno di noi manca qualcosa e le nostre necessità più profonde possono essere appagate solo all’interno di un rapporto, solo l’altro è in grado di colmare le nostre mancanze (…) Torniamo ad una sorta di interezza prestando orecchio alle storie degli altri come se fossero le nostre, perché lo sono, e rendendoci conto che gli altri fanno lo stesso con noi. È così che si supera l’illusione di essere perduti.
Lo spettacolo è esito del laboratorio di approccio narrativo in medicina e nella mediazione culturale di ambito sanitario, condotto da Annalisa Bianco, che si è svolto a partire dal 21 febbraio 2024 presso l’Università per Stranieri di Siena. Il progetto di Teatro Universitario è stato pensato alla luce di un contesto, storico e sociale, che pone richieste molto precise di novità negli approcci, ed è stato declinato all’interno dell’Università per Stranieri di Siena, luogo ideale per le sue peculiarità: la presenza di stranieri, lo studio delle lingue e delle culture e la costruzione di una cultura del dialogo e del confronto partendo dalla reciproca conoscenza."
Arthur Frank

Questo spettacolo è la tappa finale delle "Storie degli altri", un laboratorio di teatro e scrittura sui temi della medicina narrativa e della mediazione interculturale in ambito sanitario condotto da Annalisa Bianco (Egumteatro). Nato due anni fa da un progetto condiviso, finanziato e ospitato dall’Università per Stranieri di Siena, ed esteso quest’anno all’Azienda ospedaliero-universitaria senese, in collaborazione con Medici Senza Frontiere Italia, il laboratorio ha coinvolto complessivamente - tra il 2024 e il 2025 - 17 studentesse/studenti, 12 componenti del personale infermieristico, 8 medici, 1 fisioterapista, 1 tecnico di laboratorio di analisi, 3 amministrativi AOUS, e altri dieci partecipanti che hanno aderito al progetto.
Questo lungo percorso è il frutto di una collaborazione interdisciplinare di Egumteatro con due progetti Unistrasi fondati sulla medicina narrativa e sulla mediazione interculturale (PNRR/The spoke 3/3-4 e spoke 10/5) e con l'AOUS senese. All’interno dell’Università per Stranieri di Siena, luogo elettivo di incontro tra le differenze e i loro valori, è nato quindi questo racconto polifonico della cura e del suo potere.

Locandina