Seminari e dialoghi del CEST di dicembre
Gli appuntamenti con i seminari e i dialoghi del Centro Studi sulla Traduzione (CeST) di dicembre sono per il 15, il 16 e il 17 dicembre 2025 alle ore 17.15 presso l'aula 5C di via dei Pispini 1.
15 dicembre
L’epica della traduzione: Dante, Ariosto, Tasso - seminario di José María Micó, introduce Beatrice Garzelli
I testi dei classici godono del privilegio della permanenza, ma ogni epoca richiede le sue traduzioni. Dopo aver completato la traduzione spagnola della Commedia, dell'Orlando furioso e della Gerusalemme liberata, è tempo di fare il punto sui principali problemi (testuali, lessicali, metrici e retorici), rivedere i criteri adottati e presentare alcune soluzioni per cercare di definire cosa significhi oggi tradurre la poesia dei grandi autori del passato.
16 dicembre
“Che cosa, quindi? Chi, dunque”: ritradurre Orlando di Virginia Woolf - seminario di Sara Sullam, introduce Pierluigi Pellini
Tra i romanzi di Virginia Woolf, Orlando è forse quello che, in tempi recentissimi, ha suscitato più accesi dibattiti e dato luogo ai più svariati adattamenti. Pubblicato nel 1928 e presentato dalla stessa autrice come un “freak” nonché un divertissement, Orlando è un’opera in cui Woolf dà forma artistica alle proprie riflessioni sulla biografia, su quella che oggi definiremmo “questione di genere” e sulla letteratura inglese osservata e percorsa in quest’ultima prospettiva: una prospettiva che, anche solo nel corso dell'ultimo secolo, ha conosciuto trasformazioni radicali. Simili questioni emergono con chiarezza anche — e soprattutto — in traduzione. Con attenzione specifica a questioni testuali, paratestuali ed extratestuali, il seminario sarà un invito a riflettere sulla funzione e l’utilità della traduzione di Orlando oggi, così come sulle sfide poste da una simile operazione, a livello linguistico, letterario, e, non da ultimo, editoriale.
17 dicembre
John Reed: La Storia di un poeta nell’America del primo Novecento - Carla Francellini e Giulia Marcucci dialogano con l'autrice Marzia Dati
La monografia John Reed: La Storia di un poeta nell’America del primo Novecento (Edizioni ETS, Pisa, 2024) di Marzia Dati svela per la prima volta il volto nascosto di John Reed, uno tra i più grandi giornalisti del Novecento. Inviato speciale ante-litteram, conosciuto in tutto il mondo per il famoso reportage sulla Rivoluzione Russa, I Dieci Giorni che Sconvolsero il Mondo (1919), Reed fu anche un poeta, ma a causa della sua militanza politica la sua produzione poetica è stata oscurata negli Stati Uniti dall’anno della sua morte avvenuta a Mosca nel 1920.
Il volume nasce dalla tesi di Dottorato in Letteratura Nordamericana conseguita da Marzia Dati nell’anno accademico 2020-2021 presso l’ateneo pisano con la supervisione della Prof.ssa Biancamaria Rizzardi. Un lavoro di ricerca che Dati ha svolto anche in California con la preziosa collaborazione del Prof. Robert Rosenstone, consulente storico di Warren Beatty regista e attore del famoso film documentario Reds (1981) e uno dei massimi biografici del giornalista nordamericano.
Attraverso la ricostruzione del suo corpus poetico comprendente centoventicinque liriche disseminate negli archivi degli Stati Uniti e grazie allo studio del “Fondo John Reed” conservato all’Università di Harvard, Marzia Dati ha tracciato i tre filoni della sua poetica: l’Oregon e i nativi dell’Ovest americano, New York e la poetica della città, la parodia e il comico. Si è inoltre cercato di fare luce sulle possibili cause del suo oscuramento negli Stati Uniti.
Ciò che emerge è la figura di un poeta profondamente radicato nella cultura nordamericana le cui liriche possono essere lette anche alla luce della contemporaneità e interpretate in chiave eco-critica. Sempre dalla parte dei diseredati, degli immigrati, delle minoranze, John Reed è senza dubbio un “rivoluzionario romantico” che ha combattuto con la penna per la realizzazione di un mondo migliore.
Locandina
Gli appuntamenti con i seminari e i dialoghi del Centro Studi sulla Traduzione (CeST) di dicembre sono per il 15, il 16 e il 17 dicembre 2025 alle ore 17.15 presso l'aula 5C di via dei Pispini 1.
15 dicembre
L’epica della traduzione: Dante, Ariosto, Tasso - seminario di José María Micó, introduce Beatrice Garzelli
I testi dei classici godono del privilegio della permanenza, ma ogni epoca richiede le sue traduzioni. Dopo aver completato la traduzione spagnola della Commedia, dell'Orlando furioso e della Gerusalemme liberata, è tempo di fare il punto sui principali problemi (testuali, lessicali, metrici e retorici), rivedere i criteri adottati e presentare alcune soluzioni per cercare di definire cosa significhi oggi tradurre la poesia dei grandi autori del passato.
16 dicembre
“Che cosa, quindi? Chi, dunque”: ritradurre Orlando di Virginia Woolf - seminario di Sara Sullam, introduce Pierluigi Pellini
Tra i romanzi di Virginia Woolf, Orlando è forse quello che, in tempi recentissimi, ha suscitato più accesi dibattiti e dato luogo ai più svariati adattamenti. Pubblicato nel 1928 e presentato dalla stessa autrice come un “freak” nonché un divertissement, Orlando è un’opera in cui Woolf dà forma artistica alle proprie riflessioni sulla biografia, su quella che oggi definiremmo “questione di genere” e sulla letteratura inglese osservata e percorsa in quest’ultima prospettiva: una prospettiva che, anche solo nel corso dell'ultimo secolo, ha conosciuto trasformazioni radicali. Simili questioni emergono con chiarezza anche — e soprattutto — in traduzione. Con attenzione specifica a questioni testuali, paratestuali ed extratestuali, il seminario sarà un invito a riflettere sulla funzione e l’utilità della traduzione di Orlando oggi, così come sulle sfide poste da una simile operazione, a livello linguistico, letterario, e, non da ultimo, editoriale.
17 dicembre
John Reed: La Storia di un poeta nell’America del primo Novecento - Carla Francellini e Giulia Marcucci dialogano con l'autrice Marzia Dati
La monografia John Reed: La Storia di un poeta nell’America del primo Novecento (Edizioni ETS, Pisa, 2024) di Marzia Dati svela per la prima volta il volto nascosto di John Reed, uno tra i più grandi giornalisti del Novecento. Inviato speciale ante-litteram, conosciuto in tutto il mondo per il famoso reportage sulla Rivoluzione Russa, I Dieci Giorni che Sconvolsero il Mondo (1919), Reed fu anche un poeta, ma a causa della sua militanza politica la sua produzione poetica è stata oscurata negli Stati Uniti dall’anno della sua morte avvenuta a Mosca nel 1920.
Il volume nasce dalla tesi di Dottorato in Letteratura Nordamericana conseguita da Marzia Dati nell’anno accademico 2020-2021 presso l’ateneo pisano con la supervisione della Prof.ssa Biancamaria Rizzardi. Un lavoro di ricerca che Dati ha svolto anche in California con la preziosa collaborazione del Prof. Robert Rosenstone, consulente storico di Warren Beatty regista e attore del famoso film documentario Reds (1981) e uno dei massimi biografici del giornalista nordamericano.
Attraverso la ricostruzione del suo corpus poetico comprendente centoventicinque liriche disseminate negli archivi degli Stati Uniti e grazie allo studio del “Fondo John Reed” conservato all’Università di Harvard, Marzia Dati ha tracciato i tre filoni della sua poetica: l’Oregon e i nativi dell’Ovest americano, New York e la poetica della città, la parodia e il comico. Si è inoltre cercato di fare luce sulle possibili cause del suo oscuramento negli Stati Uniti.
Ciò che emerge è la figura di un poeta profondamente radicato nella cultura nordamericana le cui liriche possono essere lette anche alla luce della contemporaneità e interpretate in chiave eco-critica. Sempre dalla parte dei diseredati, degli immigrati, delle minoranze, John Reed è senza dubbio un “rivoluzionario romantico” che ha combattuto con la penna per la realizzazione di un mondo migliore.
Locandina