ECOSCENA. Drammaturgie ecologiste

La rappresentazione del tema ambientale nelle arti performative: un’analisi semiotica

ECOSCENA. Drammaturgie ecologiste. La rappresentazione del tema ambientale nelle arti performative: un’analisi semiotica è il titolo di un progetto di ricerca dell’Università per Stranieri di Siena.

Obiettivo generale del progetto è affrontare il tema della transizione ecologica, e più in generale il tema ambientale, e l'impatto della sua narrazione da una prospettiva originale e poco studiata, quella del teatro e delle arti performative.

La ricerca proposta si fonda infatti su una ricognizione delle principali opere italiane ed europee a tema ambientale prodotte nell’ultimo decennio, e su un’analisi delle caratteristiche linguistiche e semiotiche (Elam 1988; De Marinis 1978, 1985, 2003;) che rendono alcune di queste opere più o meno capaci di superare l’impasse della “irraccontabilità” di una crisi che, come è stato notato da molteplici studiosi e intellettuali, è anche una crisi di immaginazione.

Nella sua introduzione all’edizione italiana di un testo teatrale della scrittrice statunitense Miranda Rose Hall intitolato Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione, Telmo Pievani si domanda perché le inquietudini scientifiche relative al climate change non riescano a mobilitarci. In altre parole, perché non ci sentiamo chiamati ad agire, pur sapendo che l’impatto del cambiamento climatico rischia di essere fatale per il nostro pianeta e per tutto il genere umano? 
Perché ci manca l’immaginazione - ipotizza appunto il filosofo - e non è un caso che la crisi ambientale non abbia ancora dato compiutamente vita a un romanzo. 

La stessa questione si ritrova posta in termini molto simili in un celebre saggio intitolato Possiamo salvare il mondo prima di cena nel quale l’autore, Jonathan Safran Foer, sostiene che raccontare il collasso climatico senza scivolare nella fantascienza sia una delle sfide più complesse per un artista, perché è una crisi troppo ampia e troppo lenta perché si possa sintetizzare in una “buona storia”, e una buona storia è fondamentale per trasformare qualcosa che si sa in qualcosa in cui si crede e per cui si agisce.


Finalità specifiche e output di ricerca

La ricerca prevede la collezione e l’analisi con strumenti metodologici di natura semiotica di varie forme di scrittura drammaturgica a partire dai testi performativi (editi e non), la raccolta di interviste e testimonianze di drammaturghi/e, registi/e e spettatori/rici, e la messa a sistema, per una diffusione e valorizzazione delle stesse, delle riflessioni sparse maturate a livello internazionale sulla questione del rapporto tra arti e temi di attualità politico-sociale-ambientale.

ECOSCENA. Ecological Drammaturgies.
The representation of environmental themes in the performing arts: a semiotic analysis


The general objective of the project is to address the theme of ecological transition, and more broadly the environmental issue, and the impact of its narration from an original and underexplored perspective: that of theatre and the performing arts.

The proposed research is based on a survey of the main Italian and European environmentally-themed works produced in the last decade, and on an analysis of the linguistic and semiotic features (Elam 1988; De Marinis 1978, 1985, 2003) that make some of these works more or less capable of overcoming the impasse of the "un-narratability" of a crisis that, as many scholars and intellectuals have pointed out, is also a crisis of imagination.

In his introduction to the Italian edition of a play by American writer Miranda Rose Hall titled A Play for the Living in a Time of Extinction, Telmo Pievani asks why scientific concerns about climate change fail to mobilize us. In other words, why don’t we feel called to action, even though we know that the impact of climate change could be fatal for our planet and for all humankind? Because we lack imagination, the philosopher suggests — and it is no coincidence that the environmental crisis has yet to give rise to a fully formed novel. 

The same question is posed in very similar terms in a famous essay titled We Are the Weather, in which author Jonathan Safran Foer argues that telling the story of climate collapse without slipping into science fiction is one of the most complex challenges for an artist, because it is a crisis that is too vast and too slow to be distilled into a “good story” — and a good story is essential to transform something we know into something we believe in and are moved to act upon.

The research involves the collection and analysis, using semiotic methodologies, of various forms of dramaturgical writing starting from performative texts (both published and unpublished), the gathering of interviews and testimonies from playwrights, directors, and audience members, and the systematization — and dissemination — of the scattered reflections developed internationally on the relationship between the arts and current political-social-environmental issues.

Referente scientifico / Scientific Supervisor

Orlando Paris


Assegnista di ricerca / Research Fellow

Rossella Menna


Dipartimento responsabile della realizzazione / Responsible Department

Dipartimento di Studi Umanistici, Università per Stranieri di Siena


Partner co-finanziatore / Co-financing Partner

Fondazione Teatro Metastasio di Prato



Durata del progetto di ricerca / Project operational period

Assegno di Ricerca biennale, di tipologia b) finanziato a valere sul FONDO SOCIALE EUROPEO + 2021/2027 (FSE+ 2021/2027)
Two-year Research Fellowship, type b), funded by the EUROPEAN SOCIAL FUND + 2021/2027 (ESF+ 2021/2027)
Importo complessivo / Total Amount 
euro 60.000
di cui finanziamento pubblico (FSE+) / Public funding (ESF+) 
euro 48.000
di cui cofinanziamento / Co-funding 
euro 12.000